Infatti, quattro giorni prima, la U.S.S. Indianapolis ha consegnato i componenti per l'assemblaggio di "Little Boy", la prima bomba atomica, alla base americana di Tinian, nelle Isole Marianne.
Da qui, il 6 Agosto 1945, partirà il bombardiere "
Enola Gay", guidato dal
Colonnello Paul Tibbets, per sganciare sopra la città giapponese di
Hiroshima la più potente arma di distruzione mai utilizzata.
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La U.S.S. Indianapolis in una foto d'epoca (credits Wikipedia) |
30 Luglio 1945, ore 00:14. Un sottomarino giapponese colpisce e affonda la
U.S.S. Indianapolis, uccidendo circa 300 persone e lasciandone più di 800 in balia del mare. Nessuna stazione radio americana o alleata è in quel momento a conoscenza di un incrociatore americano in quelle acque, quindi tutti gli SOS vengono ignorati. Perfino il capitano del sommergibile giapponese manda un messaggio per favorire il recupero dei naufraghi, ma neanche lui viene preso in considerazione.
L'epilogo sarà tragico:
solo 317 persone sopravvivono fino a quando un aereo li scopre per caso sorvolando la zona.
Tutti gli altri naufraghi muoiono divorati dagli squali o per disidratazione, facendo dell'affondamento della
U.S.S. Indianapolis il secondo più grande disastro navale della storia della marina americana (il primo è il naufragio della
U.S.S. Arizona, durante l'attacco giapponese a
Pearl Harbor)
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Mappa del luogo dell'affondamento della U.S.S. Indianapolis (Credits ArsBellica) |
IL FILM
Il film "
U.S.S. Indianapolis", che uscirà nella sale italiane il
19 Luglio 2017 (ad un anno dall'uscita americana), racconta la triste vicenda dell'affondamento della
U.S.S. Indianapolis dal punto di vista del suo Capitano,
Charles Butler McVay III, interpretato da
Nicolas Cage. Il Capitano venne utilizzato come capro espiatorio ed accusato di varie e improbabili negligenze, nonostante prove schiaccianti a suo favore e la testimonianza del Capitano del sottomarino giapponese.
La location reale per il film "
U.S.S. Indianapolis" è la corazzata
U.S.S. Alabama, ad oggi museo vivente a
Mobile Bay. Questa nave e la
U.S.S. North Carolina da noi visitata sono però
molto simili sia nella struttura che nella storia, avendo partecipato insieme a molte delle più importanti
battaglie navali tra il 1941 e il 1945.
LA U.S.S. NORTH CAROLINA (BB-55)
Durante il nostro viaggio a
Wilmington, in North Carolina, abbiamo avuto l'occasione di visitare un parente stretto dell'incrociatore pesante
U.S.S. Indianapolis, che come lei ha solcato il Pacifico dall'attacco a
Pearl Harbor fino alla fine della guerra. Stiamo parlando della corazzata
U.S.S. North Carolina.
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La U.S.S. North Carolina in una foto d'epoca (Credits Wikipedia) |
La U.S.S. North Carolina è una delle due corazzate della marina statunitense della serie North Carolina (la sua "gemella" era la U.S.S. Washington). Proprio come la U.S.S. Indianapolis e la U.S.S. Alabama, queste due navi da battaglia vennero costruite nel decennio precedente alla Seconda Guerra Mondiale per poi essere dislocate nel Pacifico durante le fasi finali del conflitto.
La loro funzione era quella di copertura antiaerea e bombardamento delle coste, ruolo che si dimostrò cruciale nelle vittorie strategiche di
Guadalcanal e del
Mare delle Filippine.
All'inizio degli anni Sessanta la U.S.S. Washington venne smantellata, mentre la U.S.S. North Carolina e la U.S.S. Alabama vennero vendute agli Stati da cui prendono il nome e destinate a museo vivente.
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La U.S.S. North Carolina oggi, ormeggiata definitivamente sul fiume Cape Fear a Wilmington (credits Coastal Review) |
Questo fa della U.S.S North Carolina e della U.S.S. Alabama due delle pochissime navi da battaglia americane dell'epoca ad essere sopravvissute sia agli attacchi giapponesi che all'incuria e allo smantellamento.
Cominciando il nostro tour della U.S.S. North Carolina dal ponte di prua e proseguendo verso poppa, si ha subito la dimensione dell'immenso arsenale offensivo di questa corazzata. La funzione antiaerea necessitava di sacrificare parte delle coperture difensive per far posto a sofisticati radar e a mitragliatrici leggere in grado di intercettare e abbattere i velivoli nemici. La minaccia peggiore era quella dei kamikaze nipponici che potevano lanciarsi a decine contro una sola nave e che quindi andavano intercettati ed abbattuti ben prima di trovarsi in rotta di collisione con la nave.
Un'altra minaccia da tenere in considerazione erano le condizioni meteorologiche estreme del Pacifico occidentale, dove i venti riuscirono in alcune occasioni a piegare i 6 cm di ghisa degli scudi delle mitragliatrici.
Proseguendo all'interno si raggiungono la cabina di comando, gli alloggi degli ufficiali, le stanze delle riunioni e la cabina dell'ammiraglio. Questa parte della nave è caratterizzata da notevoli comfort se confrontata con gli altri livelli, come sale ricreative e mense private per gli alti ufficiali.
Queste comodità spariscono scendendo man mano nei livelli della nave, dove risiedeva il grosso dell'equipaggio.
La U.S.S. North Carolina poteva ospitare a pieno carico fino a 2.600 persone, numero inconcepibile scendendo le anguste scale e muovendosi fra gli stretti corridoi dei livelli inferiori della corazzata.
Pensare che centinaia di persone condivisero quegli spazi ogni giorno per mesi e mesi in mezzo all'oceano porta un leggero senso di claustrofobia anche a chi non ne ha mai sofferto.
Il primo livello in cui si comincia a provare questa sensazione di "sovraffollamento" è quello della
mensa e dei
dormitori. Qui tutti i locali e gli "arredi" sono ottimizzati al massimo, senza nessun tipo di pensiero rivolto alla privacy.
Sullo stesso livello si trovano sia l'ufficio postale che l'ala medica. Questa si compone di diverse cabine specializzate, come quella oculistica, dentistica, la farmacia e la sala operatoria.
Le numerose testimonianze, stampate e appese alle pareti, raccontano di come fosse
importantissimo controllare regolarmente lo stato di salute di ogni membro dell'equipaggio, per evitare epidemie o defezioni agli armamenti: infatti, un cannoniere colto da improvviso mal di denti durante una battaglia poteva essere un
pericolosissimo inconveniente.
Procedendo nelle
sale motori e nelle
artiglierie la situazione si fa ancora più impossibile, con passaggi appena percorribili e locali completamente occupati da macchinari e attrezzature. Anche qui, non serve un grandissimo sforzo ad immaginare
l'inferno in cui gli operatori si muovevano quando i motori o le armi pesanti erano in funzione e fumi e vapori saturavano l'aria.
Uscendo dalla "pancia" della nave e tornando sul ponte, la concezione della vita a bordo di una nave da battaglia è decisamente diversa da prima, così come diverso deve essere il modo di entrare in sala per vedere "U.S.S. Indianapolis".
La difficile vita di bordo, il cameratismo quasi obbligato, la paura del nemico, la propria vita in balia dei fenomeni naturali, quei pochi centimetri di metallo che possono fare la differenza tra la vita e la morte...Questi sono tutti elementi che speriamo il film ci mostri nella loro reale crudezza.
FONTI:
Ars Bellica
IMDB
Wikipedia
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