Durante le riprese di "Pirati dei Caraibi - La Vendetta di Salazar" in Australia, una piccola società specializzata in riprese con droni potrebbe aver messo il primo importante tassello verso il futuro del cinema.
Luglio 2015: è l'inizio dell'ultima settimana di riprese "australiane" per il nuovo capitolo della saga "
Pirati dei Caraibi". La situazione è molto tranquilla, dopo sei mesi in
Gold Coast il grosso del lavoro è stato fatto e quello che resta da completare sono dettagli che non destano grossi affanni.
Improvvisamente ecco la prima Legge di Murphy applicata al cinema ("Se qualcosa può andare storto, lo farà): una tempesta tropicale colpisce la costa del Queensland e impedisce agli elicotteri di terminare le riprese aeree. A causa dei forti venti i velivoli non possono alzarsi in volo senza rischiare di tranciare qualche cavo o di far cadere attrezzatura in mare.
"Il vento soffiava fortissimo" dirà poco prima dell'uscita del film Paul Cameron, direttore della fotografia, all'
Australian Financial Review. "Se avessero fatto cadere in mare una di quelle videocamere per riprese aeree, sarebbe costato una cifra sproporzionata fare arrivare un altro elicottero attrezzato".
E' un problema enorme a livello di budget: ogni giorno speso sul set costa circa 300.000$ e le spese sono già al di sopra del previsto (il film verrà portato a termine con 320.00.000$ di esborso, rispetto ai 240.000.000$ programmati). Non c'è tempo per aspettare la fine della tempesta e non si può far volare gli elicotteri non in sicurezza.
Che fare?
In soccorso arriva la
XM2: una piccola società cinematografica specializzata nelle riprese via drone.
Il fondatore di XM2, Stephen Oh, insieme alla sua crew, accetta un contratto di tre settimane (senza nessun tipo di tutela finito il periodo) e riesce a far volare i suoi droni in mezzo a venti che avevano tenuto a terra qualsialsi velivolo e fatto chiudere l'aeroporto.
"Abbiamo terminato le tre settimane e dimostrato che i droni non servono solo per le riprese molto alte e simili, così siamo rimasti per sei mesi" dichiarerà Stephen Oh.
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Stephen Oh e Johnny Depp con un drone e alcuni tecnici (Credits AFR.com) |
Per Paul Cameron questa è la dimostrazione di come i droni possano avere un grande impatto sul mondo del cinema, sia per il tipo di riprese che permettono, sia per le spese contenute rispetto ad elicotteri e gru.
A livello tecnico, la possibilità di vedere i droni arrampicarsi tra le vele, scendere e inquadrare in primo piano
Johnny Depp, è qualcosa che non si era mai visto prima.
A livello economico, per quanto gli elicotteri continueranno a essere indispensabili, le gru ed i grossi cavi di collegamento potranno essere sostituiti. Per far volare un drone bastano pochi secondi, mentre per piazzare giraffe, cavi, gru di certe dimensioni servono tempo e denaro.
Come spiegherà ancora Paul Cameron all'Australian Financial Review "Jerry Bruckheimer (il produttore di "Pirati dei Caraibi") e i Disney Studios erano assolutamente strabiliati da cosa avevamo fatto e passarono da <non vogliamo usare il drone> a <dov'è quel drone?>"
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Paul Cameron e Stephen Oh (secondo e terzo da sinistra) sul set (Credits AFR.com) |
Oggi Stephen Oh e la XM2 sono richiestissimi: hanno terminato la lavorazione di Pacific Rim 2, sono stati coinvolti nelle produzioni di
Lion,
Aquaman e del kolossal cinese
Asura, il più costoso film interamente prodotto in Cina (e per il quale sono stati chiamati in soccorso con 48 ore di preavviso dopo un malfunzionamento dei sistemi classici).
Oh ammette che il loro successo è dovuto in buona parte all'incremento della VFX (effetti speciali visuali) all'interno dei film ad alto budget, ma sicuramente un plauso va alla genialità di una piccola crew che è riuscita a proporsi e ad imporsi in un mondo che guardava al loro prodotto con sufficenza.
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